Atri, “Siamo una comunità viva, non un foglio excel”
ufficio stampa
Maggio 31, 2025
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ATRI NON È UN FOGLIO EXCEL.ATRI È UNA COMUNITÀ VIVA
Il sindaco ha parlato in una conferenza stampa solitaria e autoassolutoria. Ha detto che il disavanzo da oltre 12 milioni e mezzo non è colpa sua. Il Covid, il commissariamento, le elezioni e perfino gli uffici comunali hanno contribuito alla situazione. Ha parlato di razionalizzazioni, di parcheggi a pagamento, di utenze da scaricare sulle associazioni. Ma non ha chiesto scusa. E, soprattutto, non si è assunto alcuna responsabilità politica per una gestione che dura da 16 anni.
È grave che un sindaco scarichi la colpa sui dipendenti comunali senza interrogarsi sulle proprie scelte: chi ha deciso come organizzare gli uffici? I dipendenti fanno quello che possono con gli strumenti e le indicazioni che ricevono. Ed è grazie a loro che si è arrivati ad un ottimo livello di riscossione. Chi ha rinviato per anni la riscossione? Chi ha scelto di non affrontare il problema fino a quando è esploso? La responsabilità, quando si guida una città, è sempre di chi amministra.
Intanto, mentre lui rassicura che “non finirà il mondo”, la città cambierà. In peggio.
Lo vedranno le famiglie alle prese con nuove tariffe e parcheggi a pagamento anche davanti all’ospedale e alle scuole. Lo vivranno le associazioni, costrette a sostenere nuove spese. Lo subiranno le persone che tengono insieme la città ogni giorno, spesso senza visibilità, ma con dedizione. Lo dovrà affrontare il personale docente e non docente che ogni giorno viene a prestare servizio ad Atri o il personale medico dell’Ospedale. Quanti utenti potrà perdere l’Ospedale? E l’INPS? E gli altri servizi? E, se le prestazioni caleranno, quali saranno le conseguenze su questi servizi pubblici?
Lo porteranno come un macigno sulle spalle i fragili, gli ultimi. Su chi credete che cadrà il peso del fallimento suo, anzi del loro, fallimento? Su chi si abbatterà la famelica azione delle riscossioni? Su chi, in silenzio e con dignità, ha continuato a pagare, anche dilazionando in piccole rate, il proprio debito pur di non venir meno ai propri doveri.
E la cosa che fa davvero rabbrividire è scaricare su di loro le colpe. Vessati, sacrificati, abbandonati e incolpati. Atri è una città che ha scelto i servizi, la scuola pubblica, la cultura, la sanità, lo sport. Una città viva, fatta di relazioni, impegno, volontariato. Oggi tutto questo è a rischio, sacrificato sull’altare di un piano che chiamano “di riequilibrio”, ma che assomiglia sempre più a un arretramento sociale.
Atri non è un bilancio da pareggiare. È una comunità che merita rispetto ed è da qui che bisogna ricominciare.
Gianluigi Antonelli, coordinatore Sinistra Italiana Atri
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